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Dall’UE, 2023 la nuova direttiva green sugli edifici

Nuova direttiva sugli edifici green: questo L’obiettivo dichiarato della Commissione europea è la neutralità climatica entro il 2050.
Il percorso per il raggiungimento di questo obiettivo epocale è costellato di tappe temporali ben precise, che richiedono di intervenire in un buon numero di settori di settori e contesti.

Tra questi vi è pure il settore edilizio, in questi giorni particolarmente sotto i riflettori degli emicicli e delle stanze del Parlamento europeo tra Bruxelles e Strasburgo, in quanto sono in corso le discussioni e negoziazioni sulla Direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici. Quest’ultimi sono, infatti, responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra e inefficienti per un 75% del parco immobili dell’intera Unione. Si tratta di un testo che ha radici nelle leggi sull’efficienza energetica del 2018, e che oggi, anche grazie del Green Deal Europeo, sono in fase di revisione con l’ambizione rivolta appunto al 2050 (parco edifici a emissioni zero) e alla tappa intermedia del 2030, per cui è prevista l’obbligo per tutti i nuovi edifici dell’UE di essere a emissioni zero.

Dopo che nel 2021 erano circolate indiscrezioni su una futura obbligatorietà della riqualificazione energetica degli immobili da qualche settimana iniziano ad arrivare anche degli atti formali sul tema. Secondo la bozza attuale, il testo della direttiva imporrebbe ai proprietari di immobili ad affrontare ristrutturazioni con l’obiettivo di rendere gli edifici più sostenibili dal punto di vista ambientale. A oggi le case vengono classificate, in merito all’efficienza energetica, sulla base delle classi che vanno dalla A (la migliore), fino alla G (la peggiore).

In questo senso la nuova direttiva prevede che entro il gennaio 2030 tutti gli immobili che si trovano sul territorio europeo dovranno essere in classe E, mentre dovranno raggiungere la classe D entro il 2033.

Secondo Confedilizia, in Italia, “dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali. Senza considerare che in moltissimi casi gli interventi richiesti non saranno neppure materialmente realizzabili, per via delle particolari caratteristiche degli immobili interessati. Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi. Nell’immediato, poi, l’effetto sarà quello di una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani”.

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